Scicli

“…Nessuna città ha un assetto urbanistico collegato alla natura, in maniera così affascinante, come Scicli”

Paolo Portoghesi

Itinerari

  • mezza giornata-durata max 2 ore
    Visita della Chiesa di Sant’Ignazio in Piazza Italia, della bellissima San Bartolomeo incastonata nella scenografica cava, di Palazzo Beneventano, di via Mormino Penna, della chiesa di San Giovanni Evangelista, di San Michele, di Palazzo Spadaro, della chiesa di Santa Teresa per concludere con la chiesa del Carmine.

Informazioni generali sulla città

La città di Scicli, distante una trentina di chilometri da Ragusa, capoluogo di provincia, e a 5 chilometri dal mare, sorge in un’ampia vallata situata fra colline rocciose, ad un’altitudine di circa 100 metri sul livello del mare, e conta una popolazione di poco superiore a 26.500 abitanti.
Le origini della città sono antichissime, probabilmente risalenti al periodo siculo compreso tra il 1500 e il 1000 A.C. La spiegazione più attendibile è da riferire al fatto che nel suo territorio, e in particolare sul colle di S. Matteo dove per secoli abitarono gli sciclitani e dove risiedeva la città vecchia, avessero preso istanza i Siculi.

La città fu poi colonizzata dai Greci e dai Romani. Dopo la caduta dell’Impero Romano fu soggetta ad invasioni barbariche e gli Arabi ne divennero padroni. In particolare la città cadde sotto il dominio musulmano nell’anno 864.

Nel 1091 venne liberata grazie alla sconfitta dei Saraceni ad opera dei Normanni, i quali, come in tutta la Sicilia, introdussero il sistema feudale. Ai Normanni subentrarono gli Svevi e il re Federico II confermò a Scicli il privilegio di città demaniale. Successivamente la città cadde sotto la dominazione degli Angioini e in seguito, sotto gli Aragonesi, nacque la Contea di Modica e Scicli ne fece parte.

Gli eventi funesti che colpirono la città, la peste del 1626, l’invasione delle cavallette del 1687 e il terremoto del 1693, ne decretarono il definitivo trasferimento degli abitanti verso valle, abbandonando il colle di S. Matteo.

Oggi, così come nel passato, l’economia della città si basa quasi esclusivamente sull’agricoltura e sulla coltivazione in serra di primaticci. Le poche industrie presenti nel territorio sono legate alla produzione agricola.